Ipotiroidismo

L'ipotiroidismo rallenta tutte le funzioni corporee. Si manifesta quando vi è una scarsa quantità di ormoni tiroidei in circolo. Le donne ne sono più frequentemente affette rispetto agli uomini. 

Che cos'è l'ipotiroidismo?

La ghiandola tiroidea, situata nella parte anteriore del collo, immediatamente sotto il pomo di Adamo, è il sito di produzione degli ormoni tiroxina (T4) e triiodotironina (T3).

Gli ormoni tiroidei giocano un ruolo molto importante nel controllo del metabolismo corporeo.

Se la tiroide non produce una quantità sufficiente di ormoni, insorgono alterazioni a carico di tutti i sistemi dell’organismo.

L'ipotiroidismo è di comune riscontro nell’anziano; la frequenza maggiore si osserva nelle donne. La sua prevalenza nella popolazione oltre i 60 anni è dell’ 1,5-2%. Può tuttavia manifestarsi anche in pazienti più giovani. Un neonato su 4000 nasce con questa malattia, per questo motivo tutti i neonati in Italia vengono indagati per questa patologia. 

Quali sono le cause dell'ipotiroidismo?

Le cause principali di ipotiroidismo sono rappresentate da:

  • tiroidite cronica autoimmune, nota anche come tiroidite di Hashimoto (nelle condizioni di autoimmunità il sistema immunitario reagisce contro alcune strutture cellulari proprie dell’organismo che non vengono riconosciute come tali);
  • pregressa somministrazione di iodio radioattivo per il trattamento dell’ipertiroidismo o di alcune forme di cancro tiroideo;
  • pregressi interventi chirurgici di asportazione, totale o parziale, della tiroide;
  • deficit congeniti di sviluppo della ghiandola tiroidea;
  • impiego di farmaci antitiroidei (propiltiouracile, metimazolo), amiodarone e litio;
  • deficit di iodio o, al contrario, assunzione di elevate quantità di iodio sotto forma di farmaci (è contenuto, ad esempio, negli sciroppi per la tosse) o di integratori alimentari.

Quali sono i sintomi?

L’ipotiroidismo si associa in modo caratteristico ad un rallentamento generalizzato delle funzioni corporee. Si osserva un rallentamento dell’attività fisica e di quella mentale, della funzione cardiovascolare, di quella gastrointestinale e di quella neuromuscolare.

I sintomi tendono ad apparire gradualmente, nell'arco di un lungo periodo di tempo. Il rallentamento del metabolismo negli anziani viene considerato un cambiamento naturale dovuto all'età; pertanto, una condizione di ipotiroidismo senile risulta spesso misconosciuta.

I sintomi tipici dell’ipotiroidismo sono:

  • sensazione di rallentamento
  • stanchezza
  • sensazione di freddo
  • depressione
  • sonnolenza diurna, anche dopo aver dormito tutta la notte
  • difficoltà di concentrazione
  • aumento di peso
  • stipsi
  • cute secca e ruvida
  • gonfiore del viso
  • voce rauca
  • capelli secchi e fragili
  • perdita di memoria (nelle persone anziane può rappresentare l’unico segno di ipotiroidismo)

Come è possibile prevenire l'ipotiroidismo?

Coloro che nel corso della loro vita sono stati sottoposti a terapia radiante della regione del collo per il trattamento di linfomi o tumori della laringe o del rinofaringe, o a somministrazione di iodio radioattivo per la terapia dell’ipertiroidismo, presentano un elevato rischio di manifestare una condizione di ipotiroidismo.

Nel caso di asportazione parziale della ghiandola tiroidea, può comparire un ipotiroidismo post-chirurgico, spesso transitorio.

Per questi pazienti si consiglia di programmare un controllo della funzionalità tiroidea almeno una volta all'anno.

Come il medico formula la diagnosi?

Se si sospetta la presenza di ipotiroidismo si può confermare la diagnosi effettuando un prelievo di sangue per misurare la concentrazione di TSH (Thyroid Stimulating Hormone, ormone tireostimolante). Questo ormone è prodotto dall’ipofisi, una ghiandola delle dimensioni di un pisello, situata alla base del cranio. Il TSH regola le concentrazioni di T3 e T4.

Quando le quantità nel sangue di T3 e T4 risultano troppo basse, l'ipofisi, mediante il TSH, invia un segnale alla tiroide per comunicarle di lavorare più intensamente. L'aumento del TSH indica, quindi, che la tiroide è poco attiva e deve essere stimolata.

In alcune circostanze, per poter formulare una diagnosi corretta, il medico prescrive ulteriori esami del sangue per individuare eventuali anomalie del sistema immunitario.

Se il paziente ipotiroideo presenta un gozzo (ingrossamento della tiroide), il medico può raccomandare l’esecuzione di un'ecografia tiroidea.

Come si cura l'ipotiroidismo?

L’ipotiroidismo richiede un trattamento per tutta la vita a base di compresse di tiroxina.

Si tratta di un trattamento sostitutivo: il paziente assume, cioè, quella quantità di ormone che il suo organismo non è in grado di produrre autonomamente.

Si inizia con una piccola dose che viene in seguito gradualmente aumentata finché non si raggiunga la dose appropriata.

Stabilita la dose necessaria è sufficiente controllare la funzionalità tiroidea una volta all'anno.

L'assunzione di tiroxina in compresse è praticamente priva di effetti collaterali. Occorre tuttavia prestare attenzione alla eventuale comparsa di sintomi di tireotossicosi che possono verificarsi nel caso venga assunta una dose troppo alta.

Prospettive future

I pazienti con ipotiroidismo che seguono la terapia adeguata sono in grado di condurre una vita assolutamente normale.

Data ultimo aggiornamento: 10 febbraio 2024