Disordini delle paratiroidi

Cosa sono le ghiandole paratiroidee?

Le paratiroidi sono in genere quattro, situate nel collo, nella parte posteriore dei due lobi tiroidei, due per ogni lato.

Sono troppo piccole per essere percepite al tatto e non presentano relazioni funzionali con la tiroide: regolano, invece, il livello di calcio nel sangue.

Se il livello di calcio nel sangue scende, le ghiandole producono una maggiore quantità di ormone paratiroideo o paratormone (PTH).

Il paratormone innesca una serie di meccanismi il cui risultato finale è il ripristino di una normale concentrazione di calcio nel sangue.

Cosa succede se il livello di calcio nel sangue aumenta o diminuisce?

In condizioni di aumentata attività delle paratiroidi, la concentrazione di calcio nel sangue (calcemia) aumenta.

Una modesta ipercalcemia solitamente non determina la comparsa di sintomi; concentrazioni molto elevate si manifestano, invece, con nausea, vomito, stipsi e l'emissione di grandi quantità di urina (poliuria).

In condizioni di scarsa attività delle ghiandole paratiroidee, il livello di calcio scende sotto la soglia di normalità.

Ciò può determinare delle iniziali sensazioni di formicolio, bruciore o puntura localizzate al viso, alle dita delle mani o dei piedi, seguite da violente contrazioni dei muscoli degli arti e del volto, sino alla comparsa di convulsioni generalizzate.

Perché la paratiroide diventa iperattiva?

L'aumentata attività delle paratiroidi o iperparatiroidismo è in genere determinata da un tumore benigno in una delle ghiandole. Il tumore secerne una eccessiva quantità di ormone paratiroideo e si determina un aumento della calcemia.

Quali sono le terapie disponibili?

Il trattamento è solitamente chirurgico e consiste nell'asportazione della ghiandola interessata. I pazienti non operabili, a causa dell'età o per la presenza di altre patologie, devono essere tenuti sotto osservazione con controlli occasionali consistenti in esami chimici del sangue.

Quali sono le cause della scarsa attività paratiroidea?

Le cause più comuni di ridotta o assente attività paratiroidea o ipoparatiroidismo sono rappresentate dalle lesioni vascolari accidentali, in corso di interventi chirurgici nella regione del collo, che ne compromettono l'irrorazione sanguigna, e dalla asportazione delle paratiroidi in corso di interventi sulla tiroide.

L’ipoparatiroidismo può essere anche conseguenza di una patologia autoimmune. In questi casi è possibile l’associazione con l’ipocorticosurrenalismo e le malattie autoimmuni della tiroide (sindromi poliendocrine autoimmuni).

Come si cura l'ipoparatiroidismo?

Il trattamento prevede la somministrazione di calcitriolo, metabolita attivo della vitamina D o di calcifediolo. Il trattamento sostitutivo con ormone paratiroideo, recentemente reso disponibile in terapia, è attualmente indicato solo in pazienti adulti affetti da ipoparatiroidismo cronico non adeguatamente controllato con la sola terapia standard.

Il principale rischio del trattamento con vitamina D e suoi derivati è rappresentato dall'ipercalcemia. Calcitriolo e calcifediolo determinano una elevazione dei livelli di calcemia reversibile in alcuni giorni dopo la sospensione del farmaco. L'ipercalcemia causata da altri derivati può persistere per settimane o mesi dopo la sospensione.

Data ultimo aggiornamento: 6 febbraio 2024