Il deficit nutrizionale che si evidenzia nel paziente cardiopatico è dovuto a numerosi fattori.
Il paziente scompensato presenta un aumento del metabolismo come risultato dell’aumento di lavoro dei muscoli respiratori, dell’aumentato fabbisogno di ossigeno del cuore ipertrofico e dello stress legato appunto allo scompenso; é frequente la presenza, inoltre, di uno stato febbrile.
A questo quadro si associa quasi costantemente una marcata anoressia legata alla congestione del distretto splancnico che provoca riduzione della peristalsi con nausea, vomito e stipsi. Anche la depressione fa parte del quadro sintomatologico del paziente scompensato e contribuisce all’instaurarsi della anoressia.
Inoltre si manifesta sovente un quadro di cattiva digestione e malassorbimento correlato con la congestione venosa e linfatica della parete gastrointestinale e con l’ipossia tessutale periferica.
Anche gli interventi terapeutici possono in alcuni casi contribuire all’instaurarsi della “cachessia” cardiaca: restrizioni nutrizionali eccessive, e la somministrazione cronica di diuretici e di glicosidi (a volte causa di intossicazioni), eventuali paracentesi possono instaurare un circolo vizioso di difficile risoluzione.
Finalisticamente la cachessia cardiaca, riducendo le necessità metaboliche dell’organismo, potrebbe rappresentare un fattore di compenso nella insufficienza cardiaca, ma di fatto prevalgono gli effetti negativi della malnutrizione soprattutto sul miocardio e sull’apparato gastroenterico tanto che finisce col divenire una condizione patologica autonoma e autoalimentata all’interno della malattia congestizia.
E’ quindi evidente la necessità di correggere lo stato di malnutrizione di questi pazienti allo scopo di reintegrare soprattutto la massa magra e di ridurre gli effetti negativi sul miocardio.
Una integrazione nutrizionale ben programmata e condotta può migliorare lo stato del paziente scompensato riducendo l’astenia, lo stato ansioso-depressivo e interrompendo il circolo vizioso “dismetabolico” che è causa della anoressia.
Una dieta ipercalorica e iperproteica può in molti casi sortire effetti migliorativi sul quadro clinico.